La collezione del Museo

La pittura di icone su vetro si diffuse in varie zone della Transilvania – Nicula e aree circostanti (Transilvania settentrionale), Valle del Mureş, zona di Făgăraş, zona di Braşov, Valle del Sebeş-Alba Iulia, dintorni di Sibiu – caratterizzandosi in ciascuna secondo motivi stilistici specifici. Queste zone sono tutte ben rappresentate nel Museo P. Zosim Oancea, dove, tra le circa 600 icone che ne compongono la collezione, se ne trovano alcune provenienti anche dalle regioni di Bucovina e Banato, nonché altre di probabile origine austriaca. La breve rassegna qui proposta, secondo zone di provenienza delle icone, intende preparare la visita della grande esposizione completa al Museo di Sibiel.

Nicula e Transilvania settentrionale

Le icone di Nicula e dintorni, soprattutto quelle più antiche, sono subito riconoscibili per il loro piccolo formato (cm 20x30 circa), la lucentezza del vetro, il colore tinte pure (bianco, nero, ocra, marrone scuro, rosso mattone, verde olivastro, blu-grigio, oro). In prima evidenza è il soggetto rappresentato, privo di ambientazione architettonica o di paesaggio e con motivi decorativi ai margini della composizione – più spesso un bordo su tre lati che riproduce una fune, simbolo delle due nature di Cristo e dell’eternità. Caratteristica di questa zona è, tra altre, l’icona della «Tavola del Paradiso», raffigurante un tavolo a forma di rombo cui generalmente siedono Maria, Gesù e due Santi.

● Valle del Mureş

Influsso della tradizione bizantina tipica delle icone su legno e motivi legati a tradizioni e costumi locali caratterizzano le icone realizzate nella Valle del Mureş. Tra quelle presenti nella collezione di Sibiel, particolare attenzione meritano la «Madonna con Bambino» e il «San Nicola», di Sandu Popa: il fondo dorato e una certa monumentalità nel rappresentare i personaggi richiamano, insieme all’uso di lettere cirilliche, lo stile delle icone classiche.

Zona di Făgăraş

Nella zona di Făgăraş e della media Valle dell’Olt, la pittura di icone su vetro raggiunge i suoi vertici, sostenuta anche da un grande interesse per il folclore e l’arte popolare. Sono originari di questa regione i due maggiori pittori di icone su vetro, cioè Savu Moga e Matei Ţâmforea, e rinomate famiglie di artisti come i Moldovan, i Grecu, i Tămaş. La personalità artistica più spiccata è quella di Savu Moga (1816-1899): la sua «Annunciazione» conservata nel Museo di Sibiel ben riflette qualità e stile della sua pittura, che fa largo uso di sfumature e mescolanze di colore, con straordinari effetti di raffinatezza. Allievo di Moga, ma dotato di autonoma personalità artistica, Matei Ţâmforea (1836-1906) è la seconda grande figura di pittore di icone della zona di Făgăraş. La sua opera si caratterizza per spirito di osservazione, attenzione ai dettagli, gusto narrativo, come ad esempio nelle icone di Sant’Elia e di «Lazzaro e il ricco epulone» presenti a Sibiel. Piuttosto diffuso in questa zona anche il tema del Giudizio universale e, sempre di questa regione, una delle più importanti pittrici di icone: Ana Tămaş sposata Deji, di cui il Museo P. Zosim Oancea custodisce alcune opere.

Zona di Braşov

Nella zona dell’antico villaggio di Şcheii, poi divenuto un quartiere della città di Braşov (Şcheii Braşovului), la pittura di icone su vetro assunse subito cifre stilistiche specifiche, raggiungendo Il vertice produttivo nella seconda metà del sec. XIX. Le icone della collezione di Sibiel ne esemplificano egregiamente i tratti, caratterizzati da potenza cromatica (con colori forti, come rosso, arancione, azzurro, bianco) e grandi dimensioni delle figure. Molto diffusa è anche l’icona della «Madonna con il Bambino», accompagnata da tipici elementi locali, come la collana di monete d’oro o l’orecchino indossati dalle donne della zona.

Valle del Sebeş - Alba Iulia

Colori più sobri e composizioni meno movimentate caratterizzano le icone della Valle del Sebeş, i cui centri più significativi sono Laz e Lancrăm. Marcato, qui, è l’influsso della tradizione bizantina e diffuso l’uso della carta argentata o della foglia d’oro. Il processo di ossidazione cui queste sono soggette finisce per degradare l’effetto cromatico d'insieme delle icone, dominato da verde acido.

Dintorni di Sibiu

Sălişte, Vale e Poiana – villaggi dei dintorni di Sibiu, precisamente della cosiddetta Mărginimea Sibiului – hanno visto all’opera diversi pittori di icone . Tra i maggiori, Ion Morar (1815-1890), la cui «Ultima Cena» conservata a Sibiel riflette un marcato influsso barocco; le sue figlie Emilia (1861-1931) ed Elisabeta (1866-1939) ne hanno continuato l’attività, ma senza eguagliarne la qualità. Diffusa in questa zona è anche l’icona (di anonimo pittore) cosiddetta «delle Feste», con al centro la raffigurazione di un evento fondamentale della vita di Cristo e dodici riquadri circostanti che richiamano le principali feste liturgiche.

Collezione di libri antichi e oggetti di artigianato

Oltre alle icone su vetro, il Museo P. Zosim Oancea custodisce anche importanti volumi antichi – tra cui un testo liturgico in slavone del sec. XVI, il Nuovo Testamento di Belgrado, un raro esemplare della Bibbia di Şerban Cantacuzino – e oggetti di artigianato locale, come vasi di ceramica, mobili antichi, tradizionali attrezzi di uso domestico, tessuti ricamati con motivi di arte popolare, ecc. La loro presenza nel Museo, oltre ad arricchire esposizione e patrimonio, intende configurare l’orizzonte spirituale (libri sacri) e l’ambiente materiale (casa del contadino romeno) dove l’icona trova il proprio radicamento e funzione.



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